10/01/10

Cefalù. A tavula è trazzera..... una ricetta del buon ricordo!




La tavola è trazzera. (E' un modo tipicamente siciliano per dire che la tavola, come la strada, è di tutti, quindi qualsiasi ospite trovando la tavola imbandita può sedersi e mangiare quello che trova).

L'aiuto della memoria con la sua capacità di rendere attuale il passato, ha fatto affiorare dai ricordi meravigliosi momenti, passati in una calda serata agustina,in una trattoria in prossimità del porto di Cefalù, nota e incantevole località turistica, nella provincia di Palermo.
Eravamo in barca a vela, di ritorno dalle Eolie, distrutti da una traversata fatta sotto un sole cocente. Salpati la mattina da Lipari, dopo innumerevoli e inutili tentativi di bordeggi con un' assenza totale di vento, decidemmo di andare a motore, e questo rallentò e fece slittare i nostri programmi, per cui, essendo già pomeriggio inoltrato, anziché puntare su Palermo, optammo per una sosta a Cefalù.
Arrivati in banchina dopo gli ormeggi di rito e una veloce doccia, decidiamo per una cena in trattoria.
Con sorpresa ci accorgemmo che la città era immersa nei festeggiamenti dedicati al
patrono della città S.S. Salvatore, le stradine ricche di storia e di fascino, erano affollate da una frotta di turisti, e dovunque arrivava il profumo intenso sprigionato dalle specialità gastronomiche, preparate nelle bancarelle e nei vari ristoranti tipici.
Eravamo vicini all'antico lavatoio, in una di quelle stradine che porta alla spiaggia dietro le mura, quando attirati da risate e canti stonati, ci ritrovammo in una piccola trattoria. L'atmosfera era veramente suggestiva, delle vecchie lampare diffondevano
una luce calda e soffusa. Pochi tavoli, ancora da sparecchiare,con tovaglie a quadri bianco e blu e variopinte ceramiche di S.Stefano di Camastra, come stoviglie.
Intorno ad uno di questi tavoli un'allegra compagnia, creatasi tra un gruppo di turisti ed alcuni locali, aveva dato vita ad un festival di canzoni italiane e siciliane, e qualche bicchiere di vino, li aiutava a superare i problemi legati alla lingua.
Incantati dallo strano duetto, fatto sulle note di
ciuri-ciuri, da una turista tedesca ed uno inglese, ci fermammo un po' a guardare, indecisi tra l'andare o il restare.
La simpatica titolare della trattoria ci coinvolse e decidendo per noi, ci mostrò
con sorpresa che ci aveva già apparecchiato un tavolo con antipasti tipici, ed inoltre ci propose di assaggiare un delizioso
spezzatino di pesce spada.
Ovviamente accettammo, ed è facile immaginare come finì la serata, ci unimmo a quella variopinta compagnia bevendo e cantando con loro fino all'alba.
Il ricordo di questa piacevole serata, riaffiorato in questa fredda domenica, non
potevo che ripercorrerlo, eseguendo la ricetta dello spezzatino di pesce spada, per quello che credo di ricordare della sua preparazione.
Devo riconoscere, compiacendomi che il risultato, è stato davvero eccellente,
vi invito a provarlo.
Per il vino vi consiglio un "Regaleali" bianco fresco.

occorrente:
1 fetta di pesce spada da 500g tagliata spessa
1 cipolla e 2 spicchi d'aglio
3 zucchinette e 2 melanzane
1 peperone rosso
250g di pomodori pelati tagliati a cubetti
olio evo, sale e pepe
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato

esecuzione:
tagliate la fetta di pesce spada facendo dei grossi cubetti, che farete saltare in una
padella appena unta d'olio, in modo che i pezzetti si consolidino, tenere da parte.
Tagliate il peperone a listarelle e le zucchine che avrete pulite mantenendo la buccia.
Tagliate le melanzane a fette circolari , salate ed arrostitele.
Soffriggete in un tegame la cipolla e l'aglio, il tutto finemente affettato, ed unitevi le
zucchine ed il peperone, salate e pepate, coprite e fate cuocere per circa dieci minuti.
A questo punto unite il pesce spada con il suo sughetto e aggiungete il vino i pomodori e metà del prezzemolo, e lasciate cuocere per altri dieci minuti.
Poco prima di togliere il tegame dal fuoco disponete su ogni piatto 3 fettine di melanzane arrostite, sulle quali verserete lo spezzatino, completando con un manciata di prezzemolo fresco tritato.