26/03/14

muffin, sole e buonumore



    Dolcetti e caffè, per una piacevole colazione in balcone, in una tiepida mattina primaverile. Al sole senza fare nulla cerco di raccogliere energia e  pensieri positivi, che mi aiutino a risollevarmi a distanza di mesi, dai postumi dell'incidente stradale accadutomi a settembre e che mi ha tenuta lontana dal blog.





  Ho preparato questi muffin per sperimentare fino a che punto ho riacquistato l'uso del braccio e devo dire che non è andata male.... anzi! un sano ottimismo  e la bella giornata hanno fatto il resto, e così vi ho pure mostrato questi cucchiaini che sono il vanto della mia collezione.
Saluto tutti con affetto  tornerò presto a scrivere





 

10/06/13

gambero rosa marinato agli agrumi


   
In un epoca, come quella che stiamo vivendo, in cui la dimensione del tempo sembra essersi alterata favorendo i frenetici ritmi di vita, si è perso il vero rapporto con il cibo che ci consentiva di comprendere la ragione dell'attesa.
Come recita un vecchio detto: pregustare è meglio di gustare! e parlando di cibo nessuna citazione è più appropriata.
Attendere per mesi l'arrivo di una stagione, per assaggiare il sapore di frutta e verdura che la caretterizzano è un piacere, oltre che per gli occhi e per il palato, anche per la salute, che ha tutto da guadagnare se consumiamo i cibi freschi al momento della loro produzione. 




Verificare la qualità dei prodotti, tenendo conto dei processi di trasformazione della provenienza e la stagione in cui si raccolgono frutta e ortaggi, o che si peschino le varietà di pesci o seguire le varie fasi dell'allevamento di polli e bestiame fino al momento  della macellazione delle carni, è molto più importante che occuparsi delle esecuzioni di varie ricette.E' inoltre noto che alimenti primaticci e tardivi sono solitamente più costosi ed inferiori in qualità rispetto a quelli di stagione.

 

Stamani sono stata al mercato del pesce nel porto di Isola delle Femmine ed ho acquistato questo meraviglioso gambero rosa. La freschezza del pesce era tale che mi sembrava un peccato cuocerlo sul fuoco, cottura che tende ad indurirlo e privarlo del sapore. Ho così preperato questa ricetta sfiziosa e golosa con la marinata, che insaporisce e conserva tutti i profumi del gambero, mantenendo integro il valore nutritivo.

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ingredienti:
1/2 kg di gamberetti
 il succo di 4 limoni e quello di 1 arancia
1 spicchio d'aglio (facoltativo)
1 mazzetto di prezzemolo
4 cucchiai di olio evo
sale, peperoncino

esecuzione:
Lavate i gamberi in abbondante acqua corrente. Staccate delicatamente la testa, il guscio ed eliminate il filo scuro dal dorso. Disponete le code in una terrina e coprite con il succo di agrumi filtrato, a piacere potete mettere l'aglio schiacciato, lasciando marinare per un paio d'ore in frigo.
Trascorso il tempo necessario irrorateli con l'olio evo, cospargeteli di sale peperoncino e prezzemolo tritato.

18/04/13

assaggio di primavera




Dopo un periodo di pesantissimi alti e bassi che hanno caratterizzato questi primi mesi del 2013, carichi di tensioni e difficoltà, ecco che le nubi cominciano lentamente a diradarsi. 
Preparandomi ad affrontare importanti cambiamenti nel campo del lavoro, comincio a raccogliere le energie per una maggiore capacità di analisi ed avere la lucidità per decidere la strada da percorrere. Certo dovrò, almeno nei primi tempi,  sostenere impegni gravosi, affrontare moltissime sfide, e non per ultimo, cercare di tenere a bada la mia diffidenza con una buona dose di diplomazia. Attenderò senza provocare danni che la situazione si evolva con i suoi tempi. Sicuramente gli inizi saranno  piuttosto faticosi ma spero che i miei sforzi saranno ampiamente ricompensati e avranno la meglio su ogni cosa, certo la voglia di successo  è molto grande, ma si lavora per vivere e non il contrario!  sarà dura! Basta, non pensiamoci per ora! come al solito cucinare sarà la mia terapia!



Oggi è domenica, dopo una settimana piovosa a sorpresa è spuntata una bella giornata e ciò mi spinge a cercare di mettere nel piatto qualcosa di colorato, ho ancora in frigo le verdure acquistate giovedì, e qualche sardina avanzatami ieri, ne farò un unico piatto fresco e goloso. Ho cominciato col fare una vellutata di zucca rossa, poi con i carciofi le fave fresche e i pisellini ho preparato una frittella, infine con le sarde fritte e qualche lecca lecca di parmigiano, ho guarnito il mio piatto, aggiungendo qualche fettina di pane tostato.


Vellutata di zucca: private della buccia 1 kg di zucca rossa e 2 patate e tagliatele tocchetti.
in un tegame fate rosolare con  olio evo la cipolla tagliata grossolanamente, quando sarà appassita aggiungete la zucca e  le patate, aggiustate di sale, pepe e noce moscata ed un mestolo di brodo.Coprite e fate cuocere a fuoco  basso fin quando la zucca si sfalda e con l'aiuto del mixer riducetela in una crema densa.

frittella di carciofi, fave e piselli: sgusciare fave e piselli, pulite i carciofi tagliandoli a spicchi. In un tegame rosolate la cipolla, aggiungete le verdure e aggiungete 1/2 bicchiere d'acqua, sale pepe e prezzemolo, coprite e cuocere a fuoco basso. A cottura ultimata aggiungere, facendo sfumare, mezzo bicchiere d'aceto diluito con un cucchiaio di zucchero.

lecca lecca di parmigiano:rivestite con carta forno una teglia, imburrate ed adagiatevi uno stampino circolare, spargete all'interno del cerchio il parmigiano, mettete al centro uno spiedino di legno ricoprendolo bene con il formaggio. Infornare per circa 5 minuti, attendere che si siano raffreddati bene prima di staccarli.


14/01/13

dentice al forno con patate



Ma quel che ha carne dilicata e pingue
Basta soltanto che di fino sale
L'aspergi, e l'ungi d'olio, perchè tutta
Tiene in sè la virtù di bel sapore.
                                             (Archestrato di Gela)



Niente di più vero! e quanta sicilianità, in queste parole di Archestrato il delizioso cuoco-letterato epicureo, vissuto a Gela nella seconda metà del IV sec. a.C., raffinatissimo cultore del buon cibo. Si narra che Archestrato, alla maniera dei nostri contemporanei gastronomi, amasse apprendere in viaggio le specialità culinarie, ripercorrendo le coste della Sicilia attraverso le ricette più significative e segnalando le specialità ittiche di ogni zona.
Anch'io sono una vera amante della qualità dei cibi, convinta, come mi ha insegnato mio padre che, l'abilità di un buon cuoco stia nel saper riconoscere la roba buona al mercato, cosa che richiede pratica e molta esperienza. Apprezzo il pesce più semplice e prediligo quello che può essere cucinato dentro le sue squame per mantenere il sapore delle alghe di cui si è nutrito, ma in questo caso è stato meglio squamarlo sia  perchè il dentice, che  prende il nome dall'etimologia della parola, come si può notare dalla sua bocca armata di robusti denti è un predatore, ma soprattutto perchè sarebbe stato sgradevole trovare le squame nel piatto.


In genere preferisco cucinare il pesce al cartoccio, perchè con questo metodo si fa a meno di usare dei codimenti dal momento che il pesce si cuocerà nel suo stesso grasso utilizzando la sua umidità naturale mantenendosi morbido e saporito e  manterrà inalterate le proprietà del pesce e anche perchè non produrrà alcun sgradevole odore in casa, cosa che in genere
dà molto fastidio a mio marito. In questo caso però volendo usare le patate come condimento volevo che s' insaporissero con gli umori del pesce.



ingredienti:

1 dentice di almeno 2kg
500g di pomodorino pachino
1 cipolla
1 ciuffo di prezzemolo
1 kg di patate
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe
olio evo

 esecuzione:

Squamare, sventrare, lavare ed asciugare il dentice, ungete le sue viscere con olio sale e pepe e mettete al suo interno un ciuffo di erbe aromatiche.
Sbucciare le patate tagliate a fettine di 1 cm di spessore salatele e disponetele nella teglia da forno, tagliate a metà i pomodorini, la cipolla a fette e distribuite il tutto  sulle patate.
Spolverizzate con un pizzico di origano, sale e pepe, e irrorate con il vino miscelato con 1 dl d'acqua. A questo punto adagiate il pesce sulle patate e infornate e lasciare cuocere per 50 min a 180°.








07/12/12

aglio ciclopico e pasta a picchio pacchio




I fratelli Pietro e Paolo, i miei amici contadini, coltivano questa eccezionale varietà d'aglio gigante che possiede delle notevoli caratteristiche. Oltre ad avere dei bulbi di grandi dimensioni, si distingue anche per il suo gusto dolce e aromatico, moderatamente piccante, il suo sapore intenso e deciso lo rendono indispensabile, per la preparazione di numerosi piatti.

Pasta a picchio pacchio



La nostra tradizione culinaria, vanta di molte ricette semplici e stuzzicanti, che pur traendo le proprie origini dagli stenti, riesce a regalarci dei piatti rimasti dei veri capisaldi della nostra    tavola
Profumatissima e semplicissima da preparare, è questa ricetta di pasta  a "picchio pacchio", che prende il nome onomatopea, dal suono che produce la lingua nel colpire il palato (chiò).
Il tipo di pasta prescelto è di rigore "margherita", che ha la caratteristica di essere ondulata da un lato, per trattenere meglio i sughi, ed è molto apprezzata dai palermitani. 

ingredienti ed esecuzione
                                                                                                                                       
scegliete 1 kg di pomodori maturi, sbollentateli quindi spellateli togliendo i semi e mettete da parte il succo. Tritate uno spicchio d'aglio e soffriggetelo in una padella con olio exstravergine
aggiungete il pomodoro tagliato a tocchetti, lasciate insaporire ed allungate con il succo di pomodoro che avete messo da parte. Condite con sale, pepe e basilico e fate cuocere per circa 5 minuti a fuoco moderato. In una pentola portate a bollore l'acqua salata e calate la pasta, 500 gr di pasta margherita. Appena cotta, scolatela al dente e conditela con la salsa e basilico fresco.


                                                                                                                                 .