10/07/10

il Festino di Santa Rosalia a Palermo - u' fistinu! viva Palermo e Santa Rosalia!




...e luglio è arrivato! con le sue calde giornate, i gelati il mare e le notti insonni!
e come ogni luglio Palermo si prepara ai festeggiamenti della sua patrona
Santa Rosalia, per noi a' santuzza!
Varie leggende celebrano in vita e in morte, la nostra patrona Santa Rosalia.
Se ne narra la nascita, l'educazione dai primi anni al ritiro.
L'abbandono del mondo e della casa paterna, ed alla sua vita trascorsa da eremita ed in penitenza in una grotta del Monte Pellegrino.
Ed infine il miracolo a lei attribuito, di aver liberato Palermo dalla peste,
allor quando, apparendo in sogno ad un cacciatore, rivelandogli la grotta dove riposavano le sue ossa, gli disse che se le avesse fatte girare per Palermo, avrebbero fatto cessare il terribile flagello della peste. Si racconta che ovunque le sacre reliquie passassero, la guarigione era certa ed immediata; in un solo giorno la città fu salva!
Da quel giorno, la gratitudine dei palermitani verso la loro Santuzza è così grande che la festeggiano due volte in un anno. Il 15 Luglio e il 4 Settembre.
La festa di luglio viene chiamata "ù Festino". La Santuzza viene portata in processione su un grande carro, a soggetto, che nella serata della vigilia viene fatto transitare per le via principale di Palermo il "cassaro" passando per i Quattro canti, fino ad arrivare alla Marina dove la festa si conclude con i giochi d'artificio e la schioppiettante "masculiata". La festa è spettacolare e molti sono i turisti che in quei giorni visitano la nostra città.
Lungo la Marina o Foro Italico molti ambulanti allestiscono le loro bancarelle con i piatti tipici propri di questa festa, che per una sera fanno da anello di congiunzione
tra il popolino e la borghesia.
Sulle tavole delle sfarzose terrazze di via Butera e sui banchi dei marciapiedi del Cassaro, tavulati di babbaluci a picchi-pacchiu, sfincione e caponatine, panini con la milza, stigghiola, semenza e torroni, acqua con anice, vino sfuso e bibite, inchinu li panzi! Sono solo alcuni dei piatti tipici che vengono mangiati nel corso della festa, che si protrae per tre giorni,
Il 4 settembre invece la commemorazione assume un carattere religioso, e in segno di devozione i palermitani, si recano a piedi al santuario sul Monte Pellegrino, a trovare la Santuzza nella sua grotta.
Quand'è ancora notte, al fine di evitare il sole, gruppi di famiglie, o di comitive di amici, affollano la piazza delle Falde, ed iniziano l' acchianata per la scala vecchia.
Una lunga immensa onda di popolo scorre per quel monte; chi a piedi nudi, chi in ginocchio, chi prega e chi canta, chi ride e chi sparla, ma tutti sono lì,
a celebrare Lei, "ù viaggio" è per la Santuzza.
La salita per la scala vecchia, è sicuramente faticosa, ma ancor più difficile è la discesa.
Chi ha visto una volta questa festa,non la dimenticherà!
Ma "ù viaggio", come viene chiamato dai palermitani, spesso si trasforma in un vero
e proprio divertimento una scampagnata che termina ovviamente con una bella mangiata, e le immagini che seguono ve ne danno un'idea.

u' stigghiularu




u' semensaru



u' sfinciuni
i babbaluci