07/12/12

aglio ciclopico e pasta a picchio pacchio




I fratelli Pietro e Paolo, i miei amici contadini, coltivano questa eccezionale varietà d'aglio gigante che possiede delle notevoli caratteristiche. Oltre ad avere dei bulbi di grandi dimensioni, si distingue anche per il suo gusto dolce e aromatico, moderatamente piccante, il suo sapore intenso e deciso lo rendono indispensabile, per la preparazione di numerosi piatti.

Pasta a picchio pacchio



La nostra tradizione culinaria, vanta di molte ricette semplici e stuzzicanti, che pur traendo le proprie origini dagli stenti, riesce a regalarci dei piatti rimasti dei veri capisaldi della nostra    tavola
Profumatissima e semplicissima da preparare, è questa ricetta di pasta  a "picchio pacchio", che prende il nome onomatopea, dal suono che produce la lingua nel colpire il palato (chiò).
Il tipo di pasta prescelto è di rigore "margherita", che ha la caratteristica di essere ondulata da un lato, per trattenere meglio i sughi, ed è molto apprezzata dai palermitani. 

ingredienti ed esecuzione
                                                                                                                                       
scegliete 1 kg di pomodori maturi, sbollentateli quindi spellateli togliendo i semi e mettete da parte il succo. Tritate uno spicchio d'aglio e soffriggetelo in una padella con olio exstravergine
aggiungete il pomodoro tagliato a tocchetti, lasciate insaporire ed allungate con il succo di pomodoro che avete messo da parte. Condite con sale, pepe e basilico e fate cuocere per circa 5 minuti a fuoco moderato. In una pentola portate a bollore l'acqua salata e calate la pasta, 500 gr di pasta margherita. Appena cotta, scolatela al dente e conditela con la salsa e basilico fresco.


                                                                                                                                 .


15/06/12

vope con cipolla in agrodolce al primo sole


Anche quest'anno avverto il lento scivolare, appena percepibile, dalla primavera all'estate.
In questa calda giornata, una leggera brezza marina ha inondato la mia casa, l'odore del mare è stato per me come un richiamo! Giusto il tempo di prendere un'asciugamano un libro ed eccomi qui sulla spiaggia. Abbagliata da questa luce e da questo cielo azzurro, respiro profondamente e subito la mia mente è invasa da pensieri oziosi a cui mi lascio andare.
E' in questo periodo che mi piace andare in spiaggia,  quando è difficile vedere l'affollamento e la ressa che caratterizzano la costa d'estate, niente file di ombrelloni e lettini, niente grida, schiamazzi, la quiete interrotta solo dal rumore delle onde.
C'è un vento leggero, a tratti arriva una folata più violenta, che fa arrivare mescolandoli l'odore di sale, alghe e mare.Che meraviglia!
Rivitalizzata da questa mattinata, prima di rientrare a casa per il pranzo, faccio una sosta in pescheria, dove acquisto per pochi euro, queste bellissime vope (boghe).



Il consumo di questo pesce è molto frequente a Palermo, costa poco è sempre freschissimo ed è molto saporito, in genere si ottiene un'ottima frittura. Si usa aggiungerne qualcuno anche nella preparazione di una  buona zuppa di pesce.
Oggi ho deciso di variare la ricetta, ecco come l'ho preparato.

    occorrono:

 4-o più Boghe o Vope (se grosse ne calcolo 2 a persona)
2 Cipolle rosse grandi
1 bicchiere di Aceto di vino bianco
1 cucchiaio di zucchero 
Farina bianca, q.b.
Olio evo, Sale e Pepe
Olio per friggere
per il pesto: aglio, prezzemolo ed erbette fresche a piacere

esecuzione:

Squamate le vope e apritele a libro, privandole della lisca centrale, poi con una pinzetta eliminate tutte le altre spine e lavatele con cura lasciandole scolare. In una ciotolina preparate un pesto con aglio prezzemolo ed altre erbette a vostro piacere, quindi spennellate il composto sul pesce. Richiudete i lembi ed infarinate togliendo la farina in eccesso. Friggetele in olio caldo facendo attenzione a non farli aprire, salando a fine cottura.
Mettetele a scolare su carta assorbente.


In una padella, lasciate appassire dolcemente la cipolla affettata con 5 cucchiai d'olio evo, qualche foglia di menta e 3 cucchiai d'acqua; poi, unite mezzo bicchiere d'aceto nel quale avrete sciolto un cucchiaio di zucchero, sfumatelo sulle cipolle lasciando insaporire, condite con sale e pepe. Preparate la cipollata in anticipo, và gustata meglio se è fredda.
Servite le vope che appariranno integre, mentre all'interno riveleranno il piacevole abbinamento del pesto con l'agrodolce delle cipolle, un vero successo!


06/04/12

cardi a sfincione

Avevo comprato questi cardi con l'intenzione di prepararli alla pastella, ma essendo stata stamani dal parrucchiere, non avevo certo intenzione di impuzzare di fritto i miei capelli odorosi di shampoo, così ho variato menù rispolverando questa gustosa ricetta che mio padre usava fare spesso, soprattutto quando c'era da mangiare di magro come in questa settimana di passione.
Nonostante sia uno degli ortaggi più pregiati il cardo però viene sempre meno richiesto, forse perché è un po’ impegnativo da pulire e si conoscono poco i vari modi in cui si può cucinarlo.
La parte della pianta che viene consumata sono i grossi piccioli e le nervature delle foglie (coste).
Queste parti dell’ortaggio sono infatti carnose, croccanti e hanno un sapore particolare, tra l’amarognolo e il dolciastro; a Palermo li chiamiamo cardùna. A tale proposito secondo un modo di dire siciliano cardùna amàri e favùzzi caliàti, sono due elementi che spingono a bere molto vino.
In Sicilia se ne fa' grande consumo e molte sono le ricette, ve ne regalo una molto semplice.
Vi dò un pratico consiglio, usate sempre i guanti del tipo in lattice nell'esecuzione della pulizia poiché, come i carciofi tendono a macchiare la pelle.

occorrono:
2 mazzi di cardi e 500g di limoni
200g di pangrattato
uva passa e pinoli
2 cipollotti scalogni
100g di formaggio grattugiato tipo caciocavallo
sale e pepe
olio evo
un mazzetto di prezzemolo fresco

esecuzione:
pulire i cardi togliendo i filamenti, tagliarli a pezzi lunghi 20cm. Tuffarli in acqua bollente salata con mezzi limoni tagliati, farli cuocere per circa 30 minuti, sgocciolarli e tenere da parte.
In una padella fate soffriggere per 2 minuti i cipollotti tritati, a fuoco spento aggiungere il pangrattato facendo assorbire l'olio, il formaggio, l'uva passa e pinoli, e il prezzemolo tritato.
Disporre i cardi sgocciolati in una teglia da forno unta, spolverare con la farcia di pangrattato
fatene due strati, ed infornare per 15 minuti.




23/03/12

filetto falso, cremoso e con le ore contate!

Non vedevo l'ora di usare questi piatti "del tempo" come li ho chiamati. Li ho comprati quest'anno a Vienna dopo essermene subito innamorata! Anche se con non poche difficoltà, a causa del peso dei bagagli consentito in aereo, sono riuscita a farli arrivare integri a casa.
Il tutto ha ovviamente sollevato il disappunto di figli e marito, accusandomi di accumulare tanta roba in pochi spazi. Ciò è vero, ma amo avere ogni giorno, una tavola ben apparecchiata e gradevole. La cucina per me, non è solo il posto dove si prepara da mangiare, ma è anche il luogo dove conservare le avite tradizioni ricevute in eredità dalla propria famiglia, sia in senso materiale che spirituale. E' proprio in cucina che si svolge la "cerimonia domestica", ed è importante vivere in un clima caldo e accogliente capace di imprimere un carattere affettuoso, e dove spesso si superano piccole incomprensioni e si rinforzano legami familiari.
Nonostante i cambiamenti, rispetto al passato, in molte famiglie, queste tradizioni oggi sono ancora molto sentite, e la sera finalmente a casa, dopo una giornata di stress e di lavoro, personalmente niente riesce a rimettermi in pace con me stessa, più di una bella cena con la mia famiglia o con gli amici. Pochi e semplici sono gli accorgimenti, da applicare tutti i giorni, e non solo nei giorni di festa. Apparecchiare sempre in modo gradevole la tavola, anche se si è soli, con tovaglie sempre fresche di bucato, piatti bicchieri e posate anche se semplici sapientemente abbinati! un consiglio: abolite quegli squallidi piatti e bicchieri di plastica, costosi e inquinanti!

In Sicilia viene usato un simpatico gioco di parole per indicare le varianti apportate ad alcuni piatti della cucina classica tradizionale. Benché molti ingredienti facciano parte di per sé della cucina povera, in passato, nei momenti più critici e di miseria che la mia isola ha vissuto, era difficile trovare anche gli ingredienti di prima necessità. La pasta con le sarde ad esempio, piatto principe della nostra cucina, come è noto, ha come ingredienti principali il finocchietto e le sarde fresche, due elementi facilmente reperibili e di poco costo. Nelle Madonie e nell'entroterra, poiché in alcuni periodi non era possibile reperire sarde fresche, ne hanno fatto una variante, usando le sarde salate. Qui entra in gioco la fervida fantasia siciliana, che cambiandogli il nome l'hanno chiamata:"Pasta con le sarde a mare" o "Pasta 'ru malutempu" (pasta del maltempo) o "Pasta cu' pisci fuiùtu" (pasta col pesce scappato), fantastico no!
Fra i piatti di carne abbiamo il " Falsomagro" che è il trionfo della cucina siciliana nell'ambito dei secondi piatti. Preparato con un taglio di carne tra i più magri e prelibati, si presenta come un delicato roast beef, ma all'interno viene farcito trasformandosi in una vera bomba di calorie.
Anch'io ho fatto tesoro di tali accorgimenti e nel preparare questo piatto ho voluto riutilizzare un trancio di bollito avanzato il giorno prima, preparando questa ricetta di falsofiletto.

ingredienti:
un trancio di bollito del giorno prima
fettine di lardo aromatizzato
farina
burro
un bicchiere di vino rosso
un mestolo di brodo di carne
aromi a piacere
patate novelle precotte
sale e pepe

esecuzione:
ricavate dal trancio di carne delle fettine alte 3cm a cui legherete le fettine di lardo, infarinatele e passatele in padella con il burro, quando saranno dorate spegnete copritele e lasciatele riposare per una decina di minuti, affinché la carne rilasci i succhi. Estraete la carne, al fondo di cottura aggiungete un mestolo di brodo di carne, il vino lasciandolo sfumare, e per rendere la salsa più densa regolate con altra farina lasciandola cadere con un colino evitando di formare dei grumi.
A parte cuocete nel burro le patate aggiungendo gli aromi, sale e pepe.

21/02/12

peperonata in agrodolce cà muddica atturrata!

Oltre ad essere una ricetta tipica siciliana, questa peperonata, fa anche parte del ricettario della mia famiglia, mai scritto, ma tramandato solo dal cucinare insieme. Anche se questo piatto è tipicamente estivo, periodo in cui i peperoni raggiungono la giusta maturazione, l'ho preparato alcune settimane fa, su richiesta di alcuni ospiti che ne avevano apprezzato altre volte la bontà. Devo dire che ha riscosso come sempre grande successo, e che i miei amici si sono leccati i baffi!...ed a proposito di baffi, con questa ricetta contribuisco al contest dei pelosetti!

ingredienti:
1 chilo di peperoni di vari colori
1 cipolla
500 g di pomodori pelati o salsa
4 cucchiai di pangrattato
sale e peperoncino
1/2 bicchiere d'aceto e due cucchiai di zucchero


esecuzione:
pulite i peperoni privandoli dei semi, tagliateli a pezzi e metteteli in una padella insieme alla cipolla tagliata a fette, aggiungete l'olio il sale, il peperoncino, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso girando di tanto in tanto perché non si attacchino. Trascorsi 20 minuti aggiungete i pomodori pelati privati dai semi e tagliati a pezzi o la salsa. Fate cuocere a fuoco basso per altri 15 minuti ed aggiungete l'aceto nel quale avrete sciolto lo zucchero e cuocete ancora per 10 minuti. In una padella antiaderente fate rosolare il pangrattato finché non sarà dorato. Versate i peperoni in un piatto da portata e cospargeteli con il pangrattato.
Fate raffreddare, coprite il piatto con la pellicola e riponeteli in frigo per almeno 2 ore.
Vanno assolutamente gustati freddi, anzi l'indomani se ne rimangono saranno ancora più buoni,
quindi preparatene un po' di più, saranno un ottimo contorno per tutta la settimana!








29/01/12

sparacelli e bucatini arriminati

Non essermi fatta viva nel periodo delle feste per lasciare un augurio, è imperdonabile lo so!
E' per questo che voglio iniziare rivolgendo a tutti i miei migliori Auguri di un Buon Anno.

L'Anno appena iniziato si preannuncia piuttosto duro, e quindi non resta che rimboccarsi le maniche e continuare il nostro lavoro con determinazione e volontà di miglioramento costante in ogni direzione cercando di reinventarsi e di migliorare sempre, con la speranza che i nostri sforzi
e i nostri sacrifici, vengano ben ripagati.

Malgrado l'efficacia e l'impegno, i buoni risultati che avevo raggiunto con una dieta, nelle numerose occasioni di abbuffate dei giorni festivi appena trascorsi si sono quasi vanificati.
E quindi ripartiamo, parola d'ordine rigore alimentare! Comunque, ciò che effettivamente conta per mantenere una dieta corretta ed equilibrata è consumare una grossa quantità di verdure, cotte o crude e poiché chiedere ad una siciliana di rinunciare alla pasta a pranzo è veramente troppo me la concedo una volta alla settimana insieme alle verdure, solitamente la preparo la domenica.
Fortunatamente sono moltissimi, nella cucina popolare siciliana, gli abbinamenti possibili tra carboidrati, verdure, legumi e cereali che variano a secondo della stagione, da cucinare in vari modi, ma con la pasta le varianti sono pasta asciutta o a minestra. Molti di questi condimenti a base di verdure sono semplici da preparare pur essendo delle ricette molto sfiziose e sono sulle nostre tavole praticamente ogni giorno, altri condimenti invece richiedono una certa abilità nella preparazione. Ovviamente per considerare le caratteristiche nutrizionali delle verdure, bisogna tenere conto della freschezza del prodotto, l'ideale è di certo il prodotto appena colto. Per questo mi ritengo molto fortunata avendo vicino casa due favolosi fratelli contadini, Pietro e Paolo, da cui acquisto le mie verdure, come in questo caso. Oggi sono andata a trovarli come di consueto, ma essendo arrivata tardi non ho trovato nulla, Pietro però non ha voluto lasciarmi andar via a mani vuote, e mi ha racimolato un favoloso bouquet di fiori di sparacelli. L'ho gradito molto, ma poichè i sparacelli sono la verdura di stagione, mi è capitato di consumarli spesso in questo periodo ed ogni volta cerco di variare la ricetta, qualche giorno fà li avevo preparati a minestra, e una volta prima avevo realizzato anche uno squisito risotto,di cui vi ho già dato la ricetta.Stavolta ho voluto riproporre questa variante che è un classico della cucina siciliana.

occorrenti:
400gr di bucatini, 1kg di sparacelli, 1 cipolla, 4 acciughe, un bustina di uva passa e pinoli,
1 bustina di zafferano, olio evo, sale e pepe.
si può a piacere aggiungere un cucchiaio di concentrato di pomodoro o estratto, sciolto in acqua.


preparazione:

In una padella fate imbiondire una cipolla con olio e l'aglio schiacciato, scioglieteci le acciughe ed aggiungete l'uva passa ed i pinoli. Intanto tagliate le cimette dal gambo conservando le foglioline più tenere, lavateli più volte e lessateli in abbondante acqua salata alla quale avrete aggiunto lo zafferano, una volta cotti tirateli fuori con una schiumarola mantenendo l'acqua di cottura. Quindi tritate i sparacelli e aggiungeteli al soffritto, mescolate bene e se la salsa è troppo densa mettete qualche cucchiaio d'acqua di cottura.


Cuocete i bucatini al dente nell'acqua di cottura degli sparacelli, versateli nella padella e mescolateli=arriminate alla salsa facendola insaporire per qualche minuto, alla fine impiattate.