08/12/08

frittelle di patate

Una ricetta semplice, semplice, che si realizza in pochissimo tempo ed a un costo veramente bassissimo, che visto i tempi attuali..... ce ne vogliono e come! Inoltre piacciono molto ai bambini
ma rappresentano un'alternativa gustosa che, con accanto un'insala tina verde, costituiscono una variante per la cena!Chi come me vive a Palermo, le realizza in pochi minuti così come faccio io
di tanto in tanto. Infatti non so quanti di voi sanno che da noi, non c'è fruttivendolo che al pomeriggio non abbia davanti al proprio negozio dei grossi pentoloni fumanti, alcuni contengono patate bollite altri a seconda della stagione dei fagiolini, oppure come in questo periodo dei carciofi bolliti detti domestiche! Mio padre, nella sua rigida morale di cuoco, li chiamava "u' manciari ri lagnusi" (il mangiare dei pigri).Non sia mai per lui, che ci si possa avvalere, in cucina, di qualche vantaggio! Tutto deve essere fatica e sudore!
Oggi, non avendo particolare voglia di cucinare ed essendo tra l'altro anche tardi, ho pensato di rispolverare la ricetta di queste frittelle, che preparavo frequentemente quando i miei figli erano piccoli e dovevo inventarmene una più del diavolo, per far mangiare loro uova e formaggio! Tutti e due i miei figli soffrono ancora oggi di intolleranza "ali-mentale" verso il latte e i suoi derivati.
E così passando dal fruttivendolo con appena 60 centesimi ho comprato 500 g di patate già bollite e pelate, giunta a casa, mi è bastato passarle, aggiungere una manciata di parmigiano grattugiato,
3 uova un po' di pepe ed una manciata di semi di finocchio. Ho realizzato un'impasto cremoso, ed a grosse cucchiaiate le ho tuffate nell'olio bollente, finché non si sono dorate.
Si può fare a piacere una variante, aggiungendo all'impasto del prosciutto a cubetti, oppure
un trito d'aglio e prezzemolo, in ogni caso vi assicuro che sono molto buone!



























07/12/08

le sfincette con lo zucchero di manfredi

Manfredi, mio figlio, mi ha rimproverata perchè nella carrellata delle specialità fotografate in occasione del post della festa dei morti, non vi ho parlato di queste sfincette ricoperte di zucchero di cui lui è molto goloso. Infatti poichè ha avuto, fin da piccolo, un'intolleranza mentale, verso tutti i derivati del latte, quali formaggi o creme e visto che, come è a tutti noto nella stragrande maggioranza dei nostri dolci si usa la ricotta, eccezion fatta per quelli al cioccolato, queste sfincette nella semplicità dei loro ingredienti, rimane ancora oggi uno dei suoi dolci preferiti.
La loro preparazione è veramente semplice, occorrono:
500 gr di farina
30 gr di lievito di birra
100 gr di zucchero
una bustina di vaniglia
250 gr di latte
olio
In una zuppiera impastate la farina con il lievito sciolto nel latte tiepido, aggiunggendo la vaniglia e lo zucchero e lavorate l'impasto fino ad ottenere una pasta soffice.
Lasciate lievitare sino a quando si formeranno delle bollicine nella superficie della pasta.
In un tegame alto,versate olio abbondante e, appena bollente, tuffatevi cucchiaiate di impasto.
Appena dorate, togliete le sfinci e mettetele da parte ad assorbire l'olio in eccesso e spolverate
con zucchero.




28/11/08

trionfo di cannolo di natale


Come ho già avuto modo di confessare, a preparare i dolci non sono molto brava, ma poichè
ho deciso di partecipare al concorso di "Giallo zafferano" sapendo di dover concorrere con molte di voi che invece siete bravissime, e che ci stupirete con torte favolose, rispettando quello che è il motto del mio blog ovvero:"come arrangiarsi in cucina",ho fatto tesoro di queste parole, proponendo in modo diverso, un pezzo forte della pasticceria palermitana: il cannolo!
Eccovi la ricetta: l'elemento di base ed essenziale per ottenere un buon cannolo è la ricotta, che deve rigorosamente essere di latte di pecora.

Per la crema di ricotta occorrono:
  • 250 gr di ricotta
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 50 gr di frutta candita
  • 50 gr di cacao amaro
Passate al setaccio la ricotta e lavoratela con lo zucchero semolato, aggiungete la frutta candita ridotta a dadini e il cioccolato amaro sminuzzato.Amalgamate bene, coprite la ciotola con della pellicola e ponetela in frigo. Nel frattempo preparate le scorze.

Per la "scorza" preparare 250 gr di farina bianca a fontana ed amalgamate :
  • 1 chiara d'uovo
  • 1 noce di sugna
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaio di caffè in polvere
  • 1 cucchiaio di cioccolato amaro
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di Marsala
  • cannelli di latta o dei segmenti di canna lunghi 13 cm e del diametro di 2 cm
Impastare insieme gli ingredienti fino ad ottenere un'impasto piuttosto sodo ed omogeneo che farete riposare per circa un'ora avvolto in uno strofinaccio. Dopo di chè, spianate la pasta con il mattarello ottenendo una sfoglia non molto sottile e ricavate dei quadrati di 12 cm che avvolgerete diagonalmente nei cannelli o nelle canne unte di sugna, daldate bene con albume i punti di congiunzione e pressateli per farli aderire bene. Friggeteli quindi in olio bollente con tutti i cannelli, fino a che non avranno assunto il caratteristico colore brunito. Fateli asciugare e freddare su carta assorbente, togliendo succesivamente i cannelli con molta cautela. Riempiteli con la crema di ricotta e decorate ogni singolo cannolo con le scorze di arancia candite e spolverate di zucchero a velo.
Inoltre per dare un tocco personale, ho voluto creare questa sorta di piatto da portata, realizzato sciogliendo dello zucchero a cui ho aggiunto una glassa di amarena: una vera delizia da vedere e da mangiare!


08/11/08

dedicato a LO, una dolce gallinella!

Ho cominciato a scrivere il blog, quest'anno, quando essendo passato da tempo, il ritmo vorticoso in cui la vita di mamma lavoratrice e di moglie ansiosa in cui per anni ho vissuto, ha cominciato a cambiare. Dopo una fanciullezza tormentata, dovuta alla perdita prematura di mia madre, che è morta (uccisa dovrei dire) a trent'anni di parto insieme alla mia sorellina, quando io non avevo ancora sei anni, mi sono chiusa nel mio dolore. Per i troppi anni, in cui la nostra casa è stata il regno del silenzio, sono diventata una introversa e ribelle ragazzina.
A diciott'anni ho incontrato, l'amore della mia vita, mi sono sposata ed ho avuto il mio primo figlio quando ero ancora molto giovane e tutta la mia vita ha ruotato intorno ai miei due figli, a mio marito, all'unione della famiglia e anche al lavoro, ho sempre lavorato sodo facendomi carico di grosse responsabiltà.
E così alla soglia dei cinquanta anni, quando con la crescita dei figli, è arrivato il momento di riprendere in mano la mia vita, non nascondo che mi sono sentita disorientata.
Per un certo tempo ho dato sfogo a tutti quei propositi che nei momenti di maggiore impegno,
di stress di fatica si dicono tipo -bivaccare per interi pomeriggi davanti alla TV o frequentare quegli stupidi corsi in palestre con mie coetanee, quasi cinquantenni, che anche se belle, faticano come matte per apparire delle brutte e volgari ventenni! Mi consola solo stare tutto il pomeriggio fuori con la mia unica vera amica Rosaria, senza un vero e proprio scopo né senza un motivo ma solo per il gusto di stare fuori, fregandomene della casa da sistemare, della spesa da fare, degli orari rigidi che per far quadrare tutto devi importi di rispettare.
Ma ovvio che è stato un periodo che è passato in fretta, giusto il tempo di capire che cosa in me, era rimasto di quella ragazza ribelle ma introversa, che aveva per se grandi progetti!
Nulla, ve lo dico subito! Quindi resoti conto di ciò, devi rimetterti in gioco, giusto il tempo di realizzare cosa a questo punto vuoi che sia la tua vita! Devi sbrigarti se non vuoi rimanere in dietro devi vivere il tuo tempo. Ora!
Inutile dire che la lettura, la musica, il cinema e il teatro, viaggiare, sono degli interessi che ho sempre tenuto vivi, per quel che ho potuto, ma non sempre è possibile perseguirli tutti, visto i costi che hanno raggiunto i libri, il biglietto del cinema, un'abbonamento a teatro o organizzare un viaggio anche se solo per un fine settimana.
E così è venuto il momento di scuotersi, e poichè ero molto incuriosita dal computer ho voluto imparare ad usarlo seguendo le indicazioni di mio figlio Manfredi.
E allora ho frequentato un corso d' inglese, Manfredi mi ha dato qualche lezione d'informatica e mi ha anche insegnato ad usare la macchina fotografica e Michela la sua ragazza mi ha invogliato ed aiutata ad aprire il mio blog e così è iniziata la mia avventura nella rete!
All'inizio ho avuto qualche difficoltà, ancora ora ne ho, anche se scrivere è sempre stata una mia passione, avevo un po' di pudore a mettere in rete i miei pensieri. Poi piano piano, con l'andar del tempo ho vinto le mie paure, dovute a una vita di silenzi. Mi sono lasciata andare, e ho scoperto
che si', potevo farcela, avevo qualcosa da dire. Anche se l'input è partito dalla mia passione per la cucina, che è stata complice, in parte, nella conduzione della mia vita familiare, ho cominciato a scrivere e non è stato così difficile appassionarmi. Ho cominciato a conoscere persone che come me amano comunicare attraverso il blog.
Spinta dalla curiosità mi sono resa conto che è un'ambiente frequentato da persone diversissime. Gente che giorno per giorno avverte la necessità di confrontarsi in vari fronti. Gente che ogni giorno gira tra i vari blog andando a leggere le storie o le ricette e che tra una visita e l'altra con l'andare del tempo , ti sembra già di conoscere!Proprio come è accaduto a me.
E così il blog, il mio blog, da passatempo sta diventando un vero impegno!
A volte poiché sono una mattiniera, mi piace stare al PC la mattina presto, sorseggiando il mio primo caffè, altre la sera quando dopo cena e dopo una giornata di intenso lavoro mi ritaglio
un po' di tempo, magari mentre mio marito sta davanti alla TV a guardare, quei noiosissimi film Western di cui non sono mai stata appassionata.
Anche la notte qualche volta mi arrendo all'insonnia e così riguardo le foto scattate da postare scegliendone una piuttosto che un'altra. Annoto e amalgamo i miei pensieri chiedendomi spesso
se i miei racconti o le mie ricette possano veramente interessare a qualcuno, ma scaccio questo pensiero dalla mia mente, faccio mie le parole di T. Mann che disse:- La parola è civiltà! La parola anche la più contraddittoria mantiene il contatto. E' il silenzio che isola!-
Sentire di avere qualcosa da dire è una bella occasione per godere di un'ottimismo che ti ritempra avere un luogo, anche se virtuale, in cui esprimersi, avere fiducia in me, la gioia di sicurezza nelle mie possibilità la speranza di essere seguita e perché no, anche di essere apprezzata.




07/11/08

Festa di San Martino a Palermo:"si tasta lu vinu"


"A San Martino ogni mustu è vinu".
E' incredibile da credere ma anche gli ubriaconi hanno un protettore, a cui non si raccomandano per ottenere grazie, ma botti colme di prezioso nettare: il vino!
San Martino è definito infatti, il patrono degli ubriaconi, che affollano le varie ''taverne'' della città mangiando verdure cotte come ''cardoni'' (cardi), ''vruocculi'' (broccoli) e uova sode.
Ovvio quindi, che in una terra come la nostra, dove come è noto, una delle pricipali fonti dell'economia è rappresentata dal settore vinicolo intorno alla ricorrenza della festività di
San Martino sono legati dei festeggiamenti che variano da provincia in provincia.
Nel periodo di San Martino infatti, il mosto ha finito di fermentare e quindi può essere assaggiato per la prima volta, accompagnato da qualcuno dei piatti tradizionali dell'autunno.
La festa oggi è ancora molto sentita a Palermo tanto che per l'occasione le industrie vinicole della provincia aprono le porte delle loro cantine per far degustare il vino novello.
Anche in città nei bar e nelle enoteche, si organizzano festose serate o Happy Hour, che significa letteralmente "ora felice". Ed infatti di ore felici se ne trascorrono parecchie!
Anticamente in quel giorno, i più poveri si limitavano ad accompagnare il pasto con del vino novello e solo la prima domenica dopo l'11 Novembre concludevano il modesto pranzo con
"i viscotti i San Martino abbagnatu nn'o muscatu",(i biscotti di San Martino intrisi nel moscato).
I benestanti invece, ne approfittano per imbandire la tavola di ogni ben di Dio, dove non può mancare il tacchino o in mancanza di esso la carne di maiale, per poter brindare con il vino nuovo. Ecco perchè a Palermo abbiamo due versioni della festa ovvero, quella dei ricchi e quella dei poveri.
Appartiene alla tradizione palermitana la preparazione di biscotti speciali che prendono appunto il nome di "biscotti di San Martino", confezionati con fior di farina impastata con il latte e fortemente lievitata. I biscotti hanno la forma di una pagnottella rotondeggiante e l'aggiunta nell'impasto di semi d'anice dà loro un sapore e un profumo particolare. Ancora oggi a Palermo si usa consumarli "abbagnati" (inzuppati) nel liquoroso "moscato di Pantelleria", mentre i pasticcieri della città impreziosiscono i tradizionali biscotti rivestendoli con una velata di zucchero fuso e decorandoli con cioccolatini fondenti, confettini, addobbi floreali di pasta reale, ripieni di crema o marmellata. Il biscotto inoltre, può essere svuotato, inzuppato in liquore di rhum e riempito di crema di ricotta con canditi e scaglie di cioccolato.
I palermitani sono soliti parlare di "estate di San Martino" quando nei primi giorni di Novembre torna il bel tempo e spiegano questo fenomeno meteorologico tipicamente mediterraneo con una leggenda, legata ad un gesto di carità fatto dal santo.
Sono ritornata, al panificio Ingrassia, per regalarvi ancora qualche foto, che possa rendere l'idea,
della resistenza che noi donne palermitane a dieta, dobbiamo fare per andare a comprare il pane,
è una vera tortura credetemi!
Sarà per questo, che il compito dell'acquisto del pane serale, è demanadato ai mariti?????







06/11/08

semplicemente....insalata!



Dopo le vane promesse di mettersi a dieta, a cominciare dal Lunedì prossimo, o dopo questa o quella festa, ripromettendosi di condurre una vita più sana magari facendo anche un po' di movimento, ecco che tirando fuori dall'armadio quel fantastico tubino nero, acquistato l'anno scorso nei saldi, e cercando invano di trattenere il respiro per tirare su la cerniera, delusa dici: basta, aiuto! bisogna correre subito ai ripari!
Anche perchè fra poche settimane con l'arrivo delle feste natalizie iniziano le grandi abbuffate.
Ed allora iniziamo a rispettare alcune regole essenziali mangiando alimenti adatti,
frutta e verdura, ma soprattutto coinvolgendo anche la nostra mente.
A volte un pensiero negativo fa più male di un alimento tossico e calorico.
Quindi trasformare una semplice insalatina fresca e leggera, fatta con prodotti di stagione,
in un piatto allegro e colorato e anche gustoso può aiutarci a rendere questo percorso più facile!
E' quello che è successo a me, dopo queste feste dei morti, che tra gli assaggi delle mille specialità,
(a Palermo ogni occasione è una tavolata), ho ripreso quei fatidici 2kg, che prendi in un attimo,
ma che per perderli devi faticare parecchio!
E così come inizio, mi sono preparata questa insalatina, mi ha saziata ed anche la mia mente
è stata felice!
ingredienti per 2 persone:
2 mele Granny Smith o mele Golden
3 funghi champignon
2 mazzetti di rughetta
1 melograno
1 cucchiaino d'olio evo
aceto di mele sale e pepe

Pulite le mele e tagliatele a rondelle togliendo i semi, lavate bene e asciugate la rughetta,
spazzolare i funghi e tagliarli sottilmente, sgranare i semi del melograno privandoli della
pellicola bianca che li avvolge. In una insalatiera mescolate delicatamente i funghi, la rughetta
e le mele, condendole con l'olio e una spruzzata a piacere di aceto di mele sale e pepe.
Fare un letto di rughetta nei piatti, sistemateci sopra una rondella di mele sulla quale metterete
i funghi facendo più strati, guarnite alla fine con i semi di melograno.

26/10/08

La festa dei Morti a Palermo


Uno dei ricordi più belli della mia fanciullezza è legato a questa festività che ricorre il 2 novembre, giorno in cui la chiesa commemora i defunti.
In quel giorno i Palermitani, vanno al cimitero a portare fiori ai propri parenti defunti, così come credo accada in tutta Italia. A Palermo però, posto dove l'immaginazione crea mondi di essere tutti fantastici, una credenza vuole, che in quei giorni, per molti bambini sia una delle feste più belle. E' credenza infatti che nella notte tra 1 e il 2 novembre, i morti lasciano le loro tombe, e girano per la città a raccogliere giocattoli, vestiti nuovi e dolci, con l'intenzione di donarli ai loro piccoli parenti, che siano stati buoni e meritevoli nel corso dell'anno, per non essere dimenticati. Immaginate dunque queste anime che vagano nella notte a fare spese!
A tale proposito, per facilitare loro il reperimento di tutto ciò, viene allestita una fiera, chiamata appunto "la fiera dei morti" e poiché è ovvio, che i doni non sono comprati dai morti, ma bensì
dai vivi, ecco che in quella notte o nei giorni precedenti, genitori, zii e nonni si danno un gran da fare per comprare senza essere visti, i doni per i loro bambini e con sapiente bugie , giustificano
le loro uscite serali dicendo:-andiamo a parlare coi morti!

Quando si avvicina la festa, per i piccoli cresce l'agitazione. Tutti cercano di essere buoni e obbedienti, altrimenti niente regali. Alle loro biricchinate le mamme dicono: -non andrò a parlare con i morti!-, e a quelli più monelli viene fatta una minaccia:- vennu li morti e ti grattano i piedi!. I bambini dal canto loro, solo i più piccoli a volte sono un pò impauriti e portano con loro nel letto la grattugia di casa, i più grandi invece fanno finta di credere a tutto, abbandonandosi ad un sonno speranzoso.
La notte della vigilia, i genitori dopo che i figli si sono addormentati, si danno un gran da fare a nascondere i doni nei posti meno sospetti! Finalmente arriva la mattina! ed ecco che i bambini si svegliano e impazienti iniziano a cercare dappertutto negli angoli più impensabili, talvolta trovano delusi degli oggetti, come patate o sassi, ma via via le loro ricerche diventano sempre più fruttuose ed ecco trovare, magari aprendo lo sportello del forno il videogame, nei bagni biciclette, sotto i letto le scarpe da tennis o la maglietta tanto desiderati.
Immancabile poi, sulla tavola della camera da pranzo "u' cannistru" un paniere colmo di frutti autunnali freschi e secchi detto(scaccio), quali: ruote di fichi secchi infilzati, noci, castagne,fave, nocciole, melograni, mortella, biscotti (secchi vari) e poi il fantastico tripudio della Frutta di Martorana, anche detta Pasta Reale,che rappresenta l'eccellenza della pasticceria siciliana, e la "Pupa a cena", statue di zucchero che s'ispiravano ai (pupi) paladini di Francia o damine, anche questi molto colorati, insomma una vera meraviglia . Anche il cibo di strada, che come voi sapete a Palermo è molto godereccio, in questo giorno fa la sua parte.
Infatti la mattina del 2 novembre si suole mangiare la "muffuletta", ovvero calde e rotonde pagnotte molli e spumose, condite semplicemente da purissimo olio evo, sale pepe e origano, oppure con aggiunta di sardine sott'olio. Buonissimo!
Ma alla fine i veri protagonisti sono loro i nostri cari, I Morti, che per una notte risorgono per essere più vicini ai loro cari, ai bambini che per un giorno, scorazzando per le strade con i loro
nuovi giochi , ricordano i nonni o un loro giovane parente che non c'è più.
Purtroppo oggi quest'usanza sta via via scomparendo, qualche vago ricordo rimane nei quartieri più popolari, mentre invece nei quartieri nuovi, dove vivono pseudo-borghesi che ritengono questa usanza macabra e consumistica, è stata sostituita con la festa americana di Halloween.
Oggi quindi, girando per Palermo , anzichè imbattervi in quelle colorate - Fiere dei Morti-
di una volta, profumate da odori di cannella , di torroni o di fragranze di mandorle, voci di urlanti venditori che "abbanniano" cioè, inventano slogan divertenti per attirare i compratori,
incontrerete lugubri bancarelle di abbigliamenti mostruosi, lumini a forma di zucche, dai costi irragionevoli, che per una notte trasformeranno i nostri piccoli simili a zombi!

25/10/08

foto e...... ancora foto sulla "Festa dei Morti"


Ho fatto un giro, ed ho scattato qualche foto per farvi vivere, due momenti tipici di questa ricorrenza a Palermo, una città densa di storia e, carica dei sapori della nostra terra!
Ho visitato il "Panificio Ingrassia"in via Dante. Il titolare Nino, è amato e conosciuto da tutti, e insieme ai suoi figli, accoglie con gentilezza e allegria i suoi clienti, che affollano il suo panificio specialmente in questi giorni.
Le immagini della "Pasta Reale" invece, si riferiscono al bar Albatros, che conserva ancora la tradizione di esporre la frutta di Martorana allestendo una vera e propria bancarella.
Per gli odori e i sapori invece bè..........fate un pò voi!
















23/10/08

frittatina delete *#@?!#

Queste tre uova mi sono state regalate dalla signora Randazzo, le ho tenute da parte per preparare una ricettina speciale che rendesse giustizia a tanta bontà!
Ma in questi giorni, sono un pò tesa e delusa a causa di alcuni eventi successi nell'ambiente lavorativo, e la mia voglia di cucinare è praticamente zero.
Già da qualche giorno rosicchio finocchi e carote davanti alla tv!
-.Almeno farai la dieta, direte voi! Macchè non ho perso neanche un etto!
Oggi però ho voluto dedicarmi una squisita e profumata frittatina!
Che dirvi, già dal colore credo s'intuisca che l'uovo era veramente speciale,
di una bontà, un sapore ormai dimenticata e poi conteneva sicuramente qualcosa
di miracoloso perchè bè, è riuscita anche se per poco a risollevarmi il morale!
preperazione:
sbattere l'uovo aggiungendo un pò di formaggio sale e pepe e un pò di erbette tritate, Fate scaldare a fuoco medio una padella antiaderente con un pò d'olio d'oliva
versateci dentro il composto e friggete la frittata.
Per accompagnare, ho fatto saltare in padella con due spicchi d'aglio dei funghi puliti e tagliati con una zucchina genovese raschiata e tagliata a rondelle, salate pepate e
cospargete con un pò di prezzemolo tritato.
Inoltre ciò che avevo preparato al solo scopo ornativo, ovvero: ho aggiunto i semi di melograno conditi con una vinagrette preparata con un pò d'olio evo, il succo rilasciato dai semi, qualche goccia di aceto di mele, si è rivelato una fresca e deliziosa
idea ! provatela e fatemi sapere!

19/10/08

una coppia speciale


Ogni famiglia ha una storia. Di questi due personaggi straordinari
i signori Randazzo, vi avevo già accennato in un post precedente.
Oggi, visto la bellissima giornata ho voluto fargli una visita.
Li ho incontrati che erano appena rientrati dalla loro quotidiana battuta
di pesca, e poichè era stata piuttosto fruttuosa erano soddisfatti e
sorridenti come sempre.
La signora era dispiaciuta del fatto che fossi arrivata tardi, perchè aveva già
venduto tutto, e mi ha mostrato ciò che le era rimasto.
Due splendide orate, insieme pesavano 3,700kg . Prese!
Visto il bel tempo e le condizioni favorevoli di luce, ho voluto scattare
qualche foto per mostrarvi il baglio in cui loro vivono, che è incastonato
in un tratto di costa spettacolare a Carini, poco prima di arrivare al
nostro aeroporto.
Hanno una sorta di darsena naturale, dove loro con un argano automatico,
senza fare alcuno sforzo calano o ritirano la loro barca da pesca.
Questa inossidabile coppia, oltre ad avere la sfrenata passione per il mare,
ama anche la campagna. Per cui la mattina fanno i pescatori, ed il pomeriggio
i contadini. Oggi erano particolarmente entusiasti perchè dal pomeriggio avrebbero inziato la raccolta delle olive, da cui fanno l'olio, quello buono!
Il signor Randazzo mi ha anche spiegato che lui quando porta le olive al frantoio non fa fare il lavaggio, perchè le sue olive sono biologiche e non hanno bisogno di lavatura, ciò a suo dire, garantisce al suo olio un sapore più intenso, e sarà vero.
Mi ha anche detto che nel suo terreno alleva le galline, che tiene libere di razzolare, e che quando loro il pomeriggio arrivano gli corrono tutte incontro,
accerchiandoli finchè loro non gli danno da mangiare.
Mi ha anche fatto vedere il cibo che gli porta, che è costituito in gran parte dagli scarti biologici dei loro rifiuti, misto a mais .
Per questo mi ha detto che le uova delle sue galline sono speciali, ed ha voluto regalarmene qualcuno affinchè lo constatassi.
Il signor Randazzo, mi ha anche detto che nonostante i suoi 77 anni si sente
di avere la forza di un giovane, e mi ha raccontato questo episodio per dimostramerlo. Alcuni giorni fa,una sua nipote gli ha regalato
delle piantine di cipolle lunghe, da trapintare. La moglie nel ringraziare la nipote disse -domani le pianteremo!-, ma lui non essendo d'accordo rispose- ma quale domani, entro stasera devono essere sotto terra!-.
E così partirono per la campagna e in poche ore zappò il terreno predispose i vattali e le piantine furono piantate entro la sera. Io starei ore a sentirli parlare!
Li guardo ammirata, mi rendo conto che la loro unione è completata oltre che dall'amore, anche dalle passioni che insieme condividono, e dal rispetto reciproco, infatti sono pari, non c'è uno che prevale sull'altro,sono fantastici!
Tornerò a trovarli presto. Intanto godetevi queste foto!
















04/10/08

cos'hai nella zucca! cannelloni "chetempochefà"


Nel mondo ,esistono centinaia di varietà di zucche,che si distinguono appena le une dalle altre.
Ce ne sono : verdi gialle,verde-scuro,grigio-scuro, rosse,arancione,muschiate, maculate.
A polpa: soda,fibrosa,tenera e burrosa, a polpa gialla,a polpa arancione e saporita. Zucche estive e invernali. Scorza sottile,e scorza dura. Piccole, medie e giganti e dalle più svariate forme.
La polpa di zucca è ipocalorica, contiene solo 15 calorie ogni 100 grammi grazie alla presenza, nella polpa, di un'alta concentrazione di acqua (94%) e una bassissima percentuale di zuccheri. Per questo è molto indicata nelle diete ipocaloriche.
Come ogni ortaggio e ogni frutto di colore giallo-arancione, la zucca è particolarmente ricca di vitamina A, di sali minerali quali il potassio, il calcio e il fosforo e di molte fibre.
Contiene, inoltre, tanta vitamina C e betacarotene. Questa sostanza stimola la produzione di melanina. La zucca è indicata per mantenere un corretto equilibrio idrico dell'organismo e delle mucose. La polpa tritata può essere usata anche come lenitivo per infiammazioni cutanee.
Dopo avere brevemente descritto le meravigliose proprietà di questo ortaggio che è sicuramente noto a tutti, ho voluto preparare questo piatto, purtroppo la mia
macchina fotografica, ha fatto i capricci o dispetti, e ho tirato fuori questa foto che non dà giustizia alla mia ricetta, e siccome non mi piace fare la perfettina ho voluto ultimare lo stesso il post.
CANNELLONI "chetempochefà"
Per preparare questo piatto, bisogna lessare 1kg di zucca rossa dolce,che tratterete come un purè, aggiungendo una noce di burro e circa 200gr di scamorza
affumicata tagliata a dadini che fonderà, lasciando un aroma gradevole alla
zucca, aggiustare di sale e pepe.
Preperare intanto un purè di piselli che vi servirà come fondo del piatto su cui adagiare i cannelloni.
Lessare gli asparagi in acqua poco salata, saltarli in padella con unpò di burro e farli raffreddare.
Procedete quindi alla farcitura dei cannelloni con il purè di zucca, ed introdurre
un asparago intero in ogni cannellone.
Disporli in una pirofila ricoprirli di una leggera besciamella, non troppo densa,
ed infornarli per 20 minuti a 160°.
Prima di servirli mettete in ogni piatto un fondo di purè di piselli sul quale disporrete la porzione desiderata.
Se lo gradite potete spolverare con un pò di formaggio.

21/09/08

pasta e fagioli freschi


Come ho già accennato, la mia famiglia abitava in una casa, praticamente sul mare, ed io e i miei fratelli una volta finita la scuola passavamo tutta la giornata in spiaggia.
Con i nostri compagni trascorrevamo intere giornate

a giocare, rientrando in casa solo a pomeriggio inoltrato.

Avevamo lottizzato una piccola area della spiaggia, nella quale avevamo installato una sorta di tenda, che mio padre ci aveva costruito con dei tubi ad incastro. Tutto intorno al perimetro, avevamo eretto una sorta di muretto a secco che fungeva da recinto e giornalmente, armati di rastrello e paletta pulivamo e riordinavamo tenendo tutto molto pulito; avevamo pure un aiuola con dei cactus, era il nostro spazio!

Spesso a pranzo, ci era concesso di mangiare in spiaggia, avevamo un tavolino e delle panche ma, cosa più importante avevamo la complicità della zia Maria.

Infatti era lei, che ci preparava e portava da mangiare, ed in genere per praticità di trasporto i piatti che preparava erano minestre.

Tra queste vi era la pasta e fagioli che per noi, era quanto di più buono potesse esserci.

La mattina zia Maria , ci assisteva, mentre facevamo il bagno in mare, e dopo, mentre noi giocando, ci asciugavamo al sole, andava su in casa a preparare da mangiare. Noi l'aspettavamo,affamati!

Finchè ecco che la vedevamo arrivare!

Da lontano le vedevamo scendere le scale, che dalla strada raggiungevano la spiaggia, lei era favolosa! Abbronzata con un portamento elegante, vestita come le dive dei film americani, che andavano in quel tempo, tipo Doris Day!

La sua borsa,( altro non era che una coffa di paglia, di quelle che servivano per dare da mangiare ai cavalli), era pesante per il prezioso carico che portava!

Ma lei camminava flessuosa sugli alti zoccoli di legno nessuno avrebbe potuto immaginare qual'era il contenuto di quella borsa!

Noi le andavamo incontro per darle una mano, ed ecco che una volta aperta la borsa dapprima tirava fuori la pentola che era avvolta nella tovaglia a mò di fagotto, quindi distesa la tovaglia sul tavolo, metteva piatti, bicchieri e posate, poi
scoperchiata la pentola e godutoci il profumo che ci solleticava il palato, affamati dirovamo la nostra meravigliosa minestra!

attuppatèddi cà fasola 'ncirata


Per preparare questa minestra occorre sbucciare 1kg di fagioli freschi, non occorre metterli in acqua la sera prima come si fa con i fagioli secchi, vanno cotti al momento.
Quindi mettere i fagioli in una pentola con acqua fredda, aggiungere una trito di cipolla sedano e carote e fare cuocere, dopo 30 minuti, controllare se i fagioli sono cotti, eventualmente prolungare ancora la cottura.
Quando saranno cotti, estrarre la metà dei fagioli, e con un frullino tritate quelli rimasti nella pentola, in modo che diano un'aspetto vellutato alla minestra, quindi aggiungere i rimanenti fagioli. A questo punto aggiungerete anche 200gr di pomodoro che può essere o polpa di pelati o passata .
Lasciare cuocere ancora per 10 minuti in modo che s'insaporiscano e se necessario aggiungere ancora un pò d'acqua.

Portare di nuovo la pentola ad ebollizione e versate la pasta, circa 300gr di ditali rigati, aggiustate di sale e pepe, e fate cuocere finchè la pasta non sarà cotta.
Spegnete il fuoco e mentre ancora la pentola sobbolle, aggiungete un bel ciuffo di basilico e l'olio evo crudo.